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motivazioni licenziamento

Il licenziamento

Le motivazioni del licenziamento.

Licenziamento individuale, giusta causa e giustificato motivo
Il licenziamento in italia può essere irrogato solamente in forma scritta e solamente se giustificato.

Le cause che possono giustificano il licenziamento sono:
• Giusta causa
• Giustificato motivo soggettivo
• Giustificato motivo oggettivo

Fuori da questi casi il licenziamento è illegittimo.
Seppure sia pacifico che il licenziamento non supportato da corretta motivazione è illegittimo, i dubbi interpretativi sorgono nell’applicazione delle tre motivazioni al caso concreto.

La differenza fra giusta causa e giustificato motivo soggettivo

Le motivazioni si suddividono in due grandi gruppi, il licenziamento per fatto del dipendente (giusta causa e giustificato motivo soggettivo) e licenziamento del fatto del datore di lavoro (giustificato motivo oggettivo).

Il licenziamento per fatto del dipendente si identifica in una violazione dei doveri del lavoratore nei confronti del datore di lavoro, tanto grave, o ripetuta nel tempo, tale da ledere il rapporto fiduciario alla base del contratto di lavoro.

Il licenziamento per giusta causa, va a configurare l’ipotesi di una violazione degli obblighi del lavoratore tanto grave da non permettere la prosecuzione del rapporto di lavoro neanche in via temporanea. Per tale ragione, nel caso di licenziamento per giusta causa non è obbligatorio il preavviso.
La figura meno grave è il licenziamento per giustificato motivo soggettivo viene descritto come un comportamento del lavoratore non tanto grave da giustificare un recesso unilaterale ex tunc ma abbastanza grave, ovvero reiterato nel tempo, tale da incidere sul rapporto fiduciario alla base del rapporto lavorativo.

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Da queste due figure deve differenziarsi il giustificato motivo oggettivo, che viene irrogato non per colpa del lavoratore ma per scelta economica del datore di lavoro.
Questa figura di licenziamento attiene alla libertà imprenditoriale del datore di lavoro nell’organizzazione dell’impresa.

In questo senso l’imprenditore può decidere di sopprimere un ramo produttivo di un’impresa, una singola posizione, automatizzare un determinato processo produttivo oppure esternalizzarlo.
In tutti questi casi, rispettando gli obblighi di repechage e motivazione, il datore di lavoro può scegliere di licenziare.

Tutte le ipotesi di licenziamento sono fortemente procedimentalizzate, l’errata contestazione disciplinare o il mancato rispetto delle tempistiche imposte da legge potrebbe invalidare il licenziamento ovvero renderne impossibile l’impugnazione. 

Approfondisci l’argomento nell’articolo che tratta del licenziamento per giustificato motivo oggettivo

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